Pagine

Il Nostro Editoriale


Norme principali di comportamento applicate alla sezione editoriale del sito CENTRO STUDI PAOLO GIACCONE

NON sono ammessi:
Insulti o offese alle istituzioni, alle persone, alle professioni,alle arti ,ai mestieri o alla religione di qualunque fede. A prescindere dall'ampia facoltà e diritto di discutere di tali argomenti, devono essere evitati commenti in chiave sarcastica, sacrilega e/o denigratoria. Sono inoltre vietati il razzismo ed ogni apologia dell'inferiorità o superiorità di una razza rispetto alle altre; Atteggiamenti e/o posizioni di contestazione ostili nei confronti di soggetti terzi in genere. I materiali inviati verranno pubblicati a giudizio insindacabile dei moderatori; Verranno segnalati tutti i messaggi privati per attività di spam o di pubblicizzazione di qualsiasi tipo e di qualsiasi servizio .Pertanto comunicati, lettere o discussioni riguardanti la palese infrazione di quanto sopra riportato, verranno immediatamente censurate e cancellate.
Fermo restando che ogni utente che accetta il seguente regolamento mantiene la responsabilità civile e legale di ciò che pubblica nel sito Centro Studi Paolo Giaccone , manlevando il centro Studi da eventuali implicazioni legali derivanti da tali pubblicazioni. Rimane responsabilità dell’utente verificare l’effettiva possibilità di utilizzo di contenuti quali citazioni di testi, immagini, fotografie, video, materiali multimediali, documenti, files.
Luigi Furitano 


10-08-2013
di Luigi Furitano, Presidente del Centro Studi Paolo Giaccone
Paolo Giaccone - Semplicemente Eroe

L'11 agosto di trentun'anni fa veniva trucidato tra i viali del policlinico di Palermo Paolo Giaccone (foto).

Era un afoso giorno di agosto, ma non era solo l'afa a soffocare la nostra città, infatti eravamo in piena "mattanza" e in Sicilia si uccideva con frequenza giornaliera. La gente, pero', in pieno stile vacanziero, era ancora inebrieta dalla vittoria della nostra nazionale di calcio ai mondiali di Spagna; pochi i quotidiani letti e i notiziari ascoltati; molti gli entusiasmi per le prodezze della nostra nazionale di calcio e in tantissimi con i supersantos sulle spiagge cercavano di imitare l'ormai "nazionalpopolare" Palolo Rossi.
In questo clima, direi surreale, la vita di Paolo Giaccone procedeva con estrema normalità: egli infatti aveva preferito continuare a lavorare e, approfittando della sospensione estiva delle attività didattiche universitarie, si dedicava totalmente alle perizie per le quali i giudici del Tribunale di Palermo consideravano i suoi pareri necessari e insostituibili. Le ricerche e i metodi investigativi del Prof. Giaccone avevano raggiunto un livello di preparazione,di conoscenza e di precisione tali da esser considerati ancora oggi strumenti validi e attuali. Le sue perizie erano piu' che un supporto per le attivita' svolte dalle Autorità Giudiziare erano, infatti, la soluzione del caso, erano organiche alle motivazioni di una condanna.

Egli era un Consulente Tecnico e, senza nessuna retorica, ha segnato l'importanza di questa professionalita' dandone dignita' ed elevandone il concetto: infatti, egli affrontava con naturalezza la preoccupazione che in chiunque avrebbe generato la paura di mettere la propria firma.La sua morte per mano violenta è stata la conseguenza di questo suo voler essere incondizionatamente fedele al senso di giustizia. La sua attività non era certamente un'attività di lucro, infatti le sue perizie erano liquidate con importi che sarebbero bastati per comprare una camicia e forse una cravatta, ma il suo operato era "determinazione inderogabile", lui doveva senza se e senza ma. Anche io, se pur  in condizioni professionali diverse, ho capito che l'inderogabilita' del Prof. Paolo Giaccone, verso la completa e la scrupolosa azione peritale, è indispensabile per poter supportare a 360°chi amministra Giustizia. Ritengo che per avere Giustizia bisogna mettere nelle condizioni i Magistrati di poter contare sulla cooperazione di altre professioni, sulla presa d'atto della Società Civile tutta; ciò è indispensabile per ostacolare l'ignobile azione, il meschino comportamento di chi crede di poter sopraffare gli altri solo perchè il rimedio al loro diniego sarebbe l'azione di violenza. Anche se oggi, rispetto a 31 anni fà  granparte della società civile ha preso coscienza di tutto ciò, purtroppo non e' ancora finito il tempo del silenzio forzoso e di squallidi personaggi che avvelenano il nostro tempo; il nostro obiettivo è quello di invadere i loro spazi e di isolarli, di sostenere la giustizia e chi la amministra.

Questo sostengo oggi è cio' che Paolo Giaccone perseguiva già trentun'anni fa ed io, nel mio piccolo e nella mia quotidianeità, cerco di seguire il suo esempio.


**
11-08-2013
Di Maurizio Citarda: Un medico che voleva fare il Medico
Questa lettera l'ho scritta qualche mese fa .
Indirizzandola a Luigi Furitano e Francesca Turano Campello grazie ad i quali ho ripreso ed approfondito i dettagli sulla vita del prof. Giaccone.
Oggi che e' il 31esimo anniversario dell'omicidio del prof . Paolo Giaccone , in sua memoria la voglio condividere su questo gruppo " centro studi Paolo Giaccone" .

"Conoscevo la storia del professore Paolo Giaccone, sapevo che era stato ucciso dalla mafia perché non aveva voluto modificare, falsandola, una perizia legale che avrebbe portato all'incriminazione ed alla relativa condanna di un mafioso.
Quando fu ucciso, io avevo venti anni e vivevo a Palermo, ricordo che la notizia di un morto di mafia o per mano della mafia, in quel periodo era normale dalla lettura del giornale di Sicilia o de L'Ora.
Non ricordo, onestamente, chissà quale reazione della società civile palermitana per quella morte assurda.
Era uno dei tanti morti a cui Palermo era abituata, quasi anestetizzata alle ripetute notizie di morti quotidiane.
Ma la storia di Paolo Giaccone è una storia diversa dalle altre perché è la storia di un medico che faceva il medico, non il giudice coraggioso, non il poliziotto o il carabiniere esposto, non il giornalista scomodo che da fastidio con le sue inchieste, è la storia di un uomo, di un medico, di un marito, di un padre.... perbene.
Un uomo che ha, come dovrebbe averlo tutti, il senso dell'etica nella vita quotidiana.
La sua storia l'associo a quella di Giorgio Ambrosoli, eroi civili quasi sconosciuti .
Il prossimo anno scolastico anche se io vivo a Merano, in una realtà così distante e diversa da Palermo, nel mio modestissimo ruolo di docente di discipline giuridiche al biennio delle superiori, parlerò e farò conoscere la storia del professor Paolo Giaccone perché è una storia universale che fuoriesce dai classici canoni.
È la storia di uomo normale che sceglie di fare ciò che è giusto eticamente e rifiuta di fare ciò che è più comodo.

Di un uomo che sceglie eticamente ciò che deve fare .
Scelte di vita etica di cui i giovani , ma non solo , hanno un gran bisogno .

Maurizio Citarda ( Merano )

***
10-08-2013
Della Dottoressa Angela Caruso

Paolo Giaccone: un Eroe normale
L’11 agosto 1982, veniva ucciso da sicari mafiosi, il prof. Paolo Giaccone, mentre parcheggiava la sua auto all’interno del Policlinico di Palermo, dinnanzi all’Istituto di Medicina Legale, della cui cattedra era titolare. La città di Palermo rimase sconvolta: ogni giorno ci si svegliava con il terrore delle faide interne alle varie cosche mafiose che si contendevano la città e che rappresentavano un pericolo per tutti, ma quella mattina di mezza estate nessuno s’aspettava che la vittima potesse essere un medico, un ematologo e criminologo, prezioso supporto per le perizie nelle indagini giudiziarie, nonché creatore dell’AVIS comunale di Palermo, l’associazione dei donatori volontari del sangue.
Era un uomo serio, professionista di valore, colpevole di avere compiuto il proprio dovere: la sua perizia medico-legale incolpava il boss Filippo Marchese della strage di Bagheria, attuata l’anno precedente. Gli fu “suggerito” di non farlo, gli fu intimato di dire il falso, gli fu impedito di continuare a vivere: colpevole di avere fatto il proprio dovere.
Sia per noi tutti un esempio genuino di incarnazione autentica dei valori basilari del vivere civile, fino al sacrificio estremo: l’onestà, la correttezza, il senso del dovere, l’altissima professionalità, che non sempre, oggi, vengono testimoniati.



***

3-01-2013

di SANTO EDUARDO DI MICELI

La dignità umana è inviolabile ed è un valore che non ha prezzo.

Non può esistere dignità sociale o collettiva senza dignità individuale della persona, così come non può esistere dignità della persona senza dignità sociale. La cosiddetta rivoluzione liberale, nel grembo delle sue derive mercantili, ha generato il più efficace e terrificante dei totalitarismi, e cioè il totalitarismo del denaro e del profitto, responsabile dei due più vasti e perduranti crimini della storia: il colonialismo e l'imperialismo.

La micidiale deriva ideologica del sedicente liberismo ha fatto carne di porco della dignità della persona, nel suo aspetto individuale come in quello sociale. Dovremo indagare sugli ultimi della Terra, i diseredati, i poveri, tutti coloro che sono fuori dal mercato e dai diritti, i non-inclusi.

Hanno un solo bene da difendere: la dignità

Giustizia, libertà, diritti delle persone sono ideali cui molte persone hanno dedicato tante delle loro battaglie. La dignità li precede tutti, ne è il fondamento, senza il quale gli uomini, nella loro concreta vita di ogni giorno, sono in balia della sopraffazione, della schiavitù, del nichilismo. La dignità prescinde dalle nostre origini, dalla condizione sociale, dal censo, dall'etnia. È un attributo etico universale. Essa è un dono dell'assoluto. Stranieri, ribelli, reietti, fuorilegge, la “schiuma della terra”, tutti partecipano di questo dono, che è prima di tutto “onore verso se stessi”. Non bisogna guardare alla dignità solo nei grandi eventi della Storia, ma nel compiersi quotidiano della propria missione di esseri umani. La giustizia al contrario della legalità sta dentro questo paradigma. La legalità prevede il concetto di illegalità come l’antimafia prevede il riconoscere il fenomeno della mafia.
Ora sfido chiunque a non sentirsi di poter rientrare nella categoria antimafia. Ma io vorrei farvi riflettere sul fenomeno delle vittime di Mafia. Sulle numero delle vittime di mafia. Sul tributo di sangue che la Sicilia ha già pagato.
In questo breve elenco* sono circa 500 e credo che dobbiamo moltiplicare questo numero almeno per 5 volte per le vittime “loro”. A queste orientativamente se ne possono aggiungere altrettanto di persone scomparse o non schedate. Bene è un numero da guerra civile, è un numero da guerra. 6000 persone morte in meno di un secolo in un paese in pace sono troppe, in una regione soprattutto.

*L'elenco è visibile nella pagina dedicata alle Vittime della Mafia.



***
10-01-2013
Il Dono del sangue
di Aldo Pinelli
Eravamo stati insieme solo due giorni prima della sua tragica scomparsa.
Avevamo parlato a lungo del "dono del sangue", del contributo decisivo che le due associazioni palermitane avevano dato per la lotta al mercato nero, delle speranze per un migliore supporto legislativo nazionale e regionale, volto a consentire lo sviluppo dello spirito associativo e ad assicurare adeguati mezzi economici per le stesse associazioni. Avevamo anche commentato la proliferazione di associuazioni in zone ove sarebbe stato più giustificato l'esistenza di una sezione amministrativa.
Non esistevano punti, fra noi, punti di contrasto, non potevano esistere. In tutti i suoi discorsi si intravadeva la sua alta sensibilità ai problemi umani e sociali, la sua indiscussa correttezza, la sua linearità.
Aveva dedicato anni della sua vita allo sviluppo della "coscienza trasfusionale", conciliando questa attività con il suo alto magistero di docente universitario che poneva la sua alta complessa prepararazione al servizio della giustizia quale esperto di medicina legale.
Non riuscivo a credere che un uomo che aveva dedicato la sua vita allo studio, alla preparazione, e che attraverso l\'attività associativa AVIS aveva contribuito a tutelare e salvare tante ignote vite umane, potesse essere preso di mira, per avere adempiuto, nel senso più onesto il proprio dovere.
Eppure egli era lì, ormai immobile e nel viso si intravedeva la serenità dell'uomo vissuto nel rispetto di quei principi etici, troppo spesso disattesi da chi non sa inspirarsi ai più alti e significativi canoni della cristianità.
***
05-12-12
Un proselitismo tutto nuovo, quello della Legalità?
Attraverso ogni forma di proselitismo un unico obbiettivo si cerca di raggiungere; destare Speranza.
Questa è la missione del Centro Studi Paolo Giaccone? Educare alla Speranza? Credo di si, di più, credo, provocare il Cambiamento attraverso una personale Testimonianza di Rettitudine e del rifiuto del compromesso mafioso.
Questo è un tempo in cui essere Testimoni non deve necessariamente significare esser Martiri, come Paolo Giaccone fu (pur non desiderandolo). Questo è il tempo per i ragazzi di colpire la sottocultura mafiosa con il semplice Esser Liberi. Come? Per mezzo del compimento del proprio dovere con tenace rigore e nel rispetto delle regole (magari anche quelle difficili da digerire). Liberi perchè liberati dai legami con la nostra Terra? No! Liberi nonostante i tentativi di condizionamento ambientale, proprio per piantare ancora meglio radici e non lasciare spazio a quegli altri. Che ...siamo chiamati tutti a Testimoniare, per quanto ci compete, con ogni singolo gesto quotidiano del nostro vivere, ce lo ricorda l'omicidio di Paolo Giaccone, che era un medico, che non sapeva di dover morire e che, soprattutto, non voleva morire. Testimoniare l'essere Cittadino Libero tocca ai bambini nei loro giochi, tocca ai ragazzi nei loro interessi e tocca agli adulti, ciascuno per quanto gli spetta e non per quanto ritiene possibile o bastevole, se non addirittura conveniente, fare. Questo è dovuto alla nostra Terra, al nostro futuro di essere umani Liberi. Paolo Giaccone fu docente .... ed ancora (incredibile?) insegna ... attraverso coloro che trasferiscono la sua storia con la dote dell'imprimatur del suo basso-altissimo profilo. Quanti semi da allora sono stati sparsi nel terreno fertile che ha lasciato? Cosa ha fatto Paolo Giaccone durante la sua vita? Le ha dato significato.
(F.T.C.)


Il nostro editoriale è anche il vostro

Compilate il form qui sotto ed inviatecelo


foxyform.com